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Apprezzamenti internazionali per l´Oasi WWF Lago Salso

Si è conclusa con i vivi apprezzamenti dei funzionari della Commissione europea e del Ministero dell´Ambiente e con la promessa di ritornare quanto prima la visita di monitoraggio presso l´Oasi WWF Lago Salso per verificare i lavori in corso nell´ambito del progetto LIFE “Avifauna del Lago Salso”.

Il progetto, finanziato dall´Unione europea, viene condotto dalla società Oasi Lago Salso in collaborazione con il Centro Studi Naturalistici, l´Università di Foggia e il GAL Daunofantino.

Le opere che si stanno realizzando sull´area, con lo scopo di incrementare ulteriormente la biodiversità dell´Oasi, hanno suscitato grande impressione e moltissimo interesse nella delegazione in visita ufficiale. E non poteva essere altrimenti, considerato che si parla di uno dei più grandi interventi di ripristino naturalistico in corso in Italia e certamente il più importante in Puglia. Si tratta infatti della trasformazione di 90 ettari di terreni agricoli improduttivi in prati allagati utili ad ospitare moltissime specie di uccelli che, sempre in maggior numero, scelgono il Lago Salso per riprodursi.

I lavori consistono nel ripristino dei vecchi argini che un tempo delimitavano le vasche per la produzione del riso, nel rimodellamento del terreno per creare nuovi siti di nidificazione, nell´installazione di chiuse idrauliche e nella piantumazione di specie vegetali autoctone. Gli interventi riguardano anche una parte dei 500 ettari della zona umida dove, grazie ad un´apposita imbarcazione acquistata dal Parco Nazionale del Gargano, è in corso la realizzazione di sette specchi d´acqua tra i canneti con altrettante isolette.

Iniziati nel 2010, i lavori stanno procedendo secondo il programma previsto ed hanno già dato i primi risultati. Mercoledì sera, ad esempio, nelle prime vasche già allagate era possibile ammirare uno stormo di oltre 50 cicogne al chiarore dell´eclissi di luna. Ma le nuove aree naturali sono già frequentate tutti i giorni da molti altri uccelli come Cavalieri d´Italia, Volpoche, Oche selvatiche, Aironi rossi, Piro piro, ecc.

I lavori sono stati apprezzati anche dal vice rettore dell´Accademia di Agraria di Pechino che, in occasione di uno scambio interistituzionale con Facoltà di Agraria dell´Università di Foggia, ha voluto visitare personalmente l´area.

La visita dei funzionari da Bruxelles è solo di poco successiva a quella di un gruppo di naturalisti inglesi del WWT (Wildfowl & Wetlands Trust), l´associazione di riferimento a livello mondiale per la tutela delle zone umide, fondata nel 1946 da quello stesso sir Peter Scott che alcuni anni dopo sarebbe stato tra i fondatori del WWF. Anche in questo caso la visita si è conclusa con una tale soddisfazione dei partecipanti che all´Oasi Lago Salso è stata riservata un´intera pagina nella sezione del sito internet del WWT dedicata alle zone umide di importanza internazionale (https://www.wwt.org.uk/wli/regional-partners/europe/salso-lake-oasis).

Ma le iniziative prima della pausa estiva non finiscono ancora. Sabato prossimo l´Oasi resterà chiusa al pubblico per l´annuale censimento del Falco grillaio, condotto dai volontari del Centro Studi Naturalistici e del WWF per monitorare le popolazioni di questo importante rapace, oggetto di un altro progetto LIFE appena conclusosi con ottimi risultati.

Successi, quelli dell´Oasi Lago Salso, ottenuti grazie al lavoro quotidiano degli operatori dell´Oasi e al prezioso supporto del Comune di Manfredonia e del Parco Nazionale del Gargano che, insieme al Centro Studi Naturalistici, gestiscono l´area che dallo scorso anno è affiliata al sistema delle oasi del WWF.

<<L´incremento di biodiversità che è stato possibile osservare in questi ultimi anni nell´Oasi Lago Salso – ha dichiarato Matteo Orsino, consigliere del WWF Puglia – dimostra ancora una volta come il sistema delle Oasi del WWF rappresenti un unicum per capacità di gestione e per ricettività faunistica. Una risorsa che può essere presa come esempio da tante altre aree protette regionali che, invece, vedono ridurre anno dopo anno il loro indice di biodoversità a causa dell´incapacità e del disinteresse dei loro enti di gestione che, come nel caso del bosco dell´Incoronata a Foggia, rischiano anche di perdere i finanziamenti comunitari>>.